Quattro giovani calabresi, con scarti della potatura di ulivi secolari, creano “Aliva”: sostenibilità e salvaguardia degli alberi.

Chiunque può portare a casa un pezzettino di un ulivo secolare, senza che venga abbattuto nessun albero e, anzi, contribuendo alla salvaguardia degli uliveti. Questa è la filosofia di Aliva.

Antonio Centorrino, Marco Macrì, Gabriel Gabriele e Vincenzo Fratea.

il progetto, la missione

Lampade da tavolo, orologi, vasi ornamentali, casse passive per smartphone. Sono alcuni degli oggetti di Aliva, oggetti che non passano inosservati: solidi, in legno massiccio con le venature bene in vista, levigati e curati artigianalmente in ogni minimo dettaglio. 

La loro unicità, però, è un’altra: sono fatti con il legno degli ulivi secolari pugliesi, calabresi e siciliani. Va da sé che gli alberi non vengono abbattuti, perché gli artigiani usano soltanto il legno scartato dalla loro potatura stagionale (regolarmente autorizzata ed eseguita da personale qualificato).

I ricavi finanziano, anche, corsi di formazione gratuiti sulla prevenzione alle minacce per gli ulivi (malattie parassiti, incendi) per i possessori di uliveti e per ogni vendita verrà piantato un ulivo nel Salento, colpito dalla Xylella (20 milione di ulivi abbattuti in 10 anni).

Ogni articolo esiste soltanto in mille pezzi, numerati e certificati con la foto, la localizzazione e i dettagli sull’ulivo usato per creare il prodotto. E il packaging? Solo cartone riciclato e… foglie di ulivo all’interno.

I prodotti

Ogni opera racconta una storia, da preservare e tramandare.

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